In questo articolo NON troverete una classifica delle migliori scuole di Krav Maga e dei migliori istruttori di Krav Maga.
Fare una classifica del genere, ammesso che sia possibile, infatti non ti sarebbe di nessun aiuto nel trovare e riconoscere un istruttore che faccia al caso tuo. Perché questa è l’unica cosa importante se cerchi una scuola di Krav Maga: che sappia farti crescere e insegnarti le abilità che stai cercando.
Il problema però è: come ti devi muovere visto che, se sei alle prime armi, non hai gli strumenti per riconoscere la validità di ciò che vedrai e proverai a lezione?
Ovviamente non è possibile darti un sistema a prova di bomba. E’ possibile però darti dei parametri che ti consentano di fare una bella scrematura iniziale ed evitare gli errori più comuni.
Punto primo: Ottima impressione.
L’istruttore, la scuola e l’atmosfera in generale deve ispirarti fiducia. Considera che stai mettendo nelle mani di uno sconosciuto quella che sarà la preparazione che potrà tirarti fuori d’impaccio in situazioni di grave pericolo. Già dal primo impatto la tua sensazione dev’essere quella di poterti fidare. Tranquillo, tutti quanti abbiamo questo sesto senso. Anni di pubblicità ingannevoli lo hanno affinato e reso un elemento indispensabile di sopravvivenza nella nostra società.
Punto secondo: Logica e fattiblità.
Il Krav Maga è un sistema ideato per essere appreso e messo in pista in tempi relativamente brevi. Non posso e non voglio darti nessun parametro riguardo alla tecnica. Anche se te li dessi se non hai alcuna esperienza non saresti in grado di utilizzarli.
Per cui tranquillo devi solo fare la tua lezione di prova e poi a fine allenamento tirare due conclusioni.
Quello che ti è stato mostrato potresti impararlo in un arco di tempo di tre mesi?
Quello che hai fatto ti è sembrato logico e realistico in un contesto di difesa personale per civili?
Punto terzo: sicurezza.
Prima regola del Krav Maga: non farsi male. Questa regola è un parametro fondamentale sin da quando il Krav Maga è stato ideato e strutturato per usi militari. Un soldato infortunato non è in grado di addestrarsi né di combattere. Un atleta che si infortuna durante una lezione di difesa personale vede le sue possibilità di difesa e di allenamento ridotte per tutto il periodo in cui l’infortunio perdura.
Questo non vuol dire che il rischio non ci sia (non parliamo di balletto) e non vuol dire che non tornerai mai a casa con qualche livido. Vuol dire solo che quello che fai ha un senso e che in questa logica è prevista la massima attenzione alla sicurezza.
Qualsiasi sia la federazione, blasonata o meno, e che l’istruttore sia un agente segreto israeliano o il tuo vicino di casa con un comunissimo cognome italiano (che se ci pensi è un’ottima copertura per un agente segreto) lasciati guidare dall’intuito e dal buon senso.
I risultati arriveranno.