Noi siamo le nostre azioni ripetute.
I buoni propositi rimangono tali se non si concretizzano. Una volta fatto è facile sfruttare la rincorsa.
Se vuoi farlo.
Nel post precedente ti ho parlato del ciclo dell’eroe e del primo passo.
L’Eroe accetta di vivere una avventura di cui non capisce ancora i contorni.
Di fatto è un viaggio verso l’ignoto che attrae e spaventa allo stesso tempo.
Sempre in questo viaggio ha un momento di crisi, un momento in cui la mole delle imprese che gli sono richieste lo sovrasta.
In questo momento l’Eroe si ritira, riflette su se stesso e sui suoi errori. Alle volte non vuole più combattere.
Ma poi accade qualcosa. Qualcosa che desta di nuovo la sua forza di volontà e le sue energie si trovano centuplicate.
Talvolta può essere un mentore che lo aiuta, alle volte un ricordo, altre volte ancora il ritrovamento di qualcosa andato perduto.
La tenacia che gli consente di riprendere il percorso lo spinge anche ad osare quello che mai il precedente se stesso avrebbe osato.
Nel Krav Maga molte volte ci troviamo ad un punto simile.
Senza nessuna presunzione di sentirci degli Eroi, viviamo continuamente momenti altalenanti di esaltazione e sconforto.
Perche allenarsi e migliorare è bellissimo ma anche difficile.
Perché il combattimento esalta ma fa anche paura.
Ma quello che non sappiamo, esattamente come per ogni Eroe di una qualsiasi storia, è che nel momento in cui combattiamo, nel momento in cui accettiamo di soffrire per raggiungere un risultato…
… beh, in quell’esatto istante la trasformazione è già avvenuta.
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